Trofeo Irtet: la Juve ha carattere e grinta, Reggio Emilia battuta all’overtime



Howell i bianconeri a fine gara
Howell i bianconeri a fine gara

Con qualche piccola sofferenza di troppo (anche fisica come quella che hanno provato sia Scott che Young entrambi usciti per infortuni), ma alla fine quello che contava era il risultato a sirena suonata. La Juve batte Reggio – formazione scoutizzata come una delle prime quattro della prossima stagione – è mette in bacheca il trofeo Irtet ed il gradino più alto del podio. Vittoria dunque, ma anche con delle indicazioni ben precise per lo staff tecnico bianconero. Indicazioni positive e negative, cosi come un torneo di prestazione deve essere. Tra quelle positive, ovvio, la reazione tra primo e secondo tempo dopo un avvio a dir poco deludente nella finalissima. Reazione da parte di Moore che ha girato non solo il proprio match personale, ma anche quello dell’intera squadra illuminando ed armando la mano dei compagni. Per contro, l’altra faccia della medaglia è rappresentata dall’assenza, in quasi tutti i momenti importanti, rimonte e sorpassi, di Sam Young. L’ex Nba, infatti, ha forzato qualche cosa di troppo volendosi anche prendere delle responsabilità. Il talento di cui è dotato l’ha portato ovviamente a segnare nella metà delle azioni, ma a scapito di qualche passaggio per un tiratore piedi a terra. Molto meglio, anzi illegale, quando dagli angoli o in movimento è stato innescato da Moore o chi per esso in cabina di regia. Cose normali, dunque, per un giocatore che fino a qualche tempo fa era abituato ad un sistema che fa dell’1vs1 uno dei suoi fondamentali principali, quale l’Nba ed un altro in cui il suo numero di maglia era chiamato per l’80% delle volte in attacco come quello australiano. Tutta questione di abitudine, dunque, alla quale lo staff tecnico porteranno l’ex Sixers a farne il suo pane quotidiano.

JUVECASERTA                                          82



GRISSIN BON REGGIO EMILIA            87 dts

(17-22; 37-33; 56-54; 74-74)

 

JUVECASERTA: Howell 15, Gaines 14, Mordente 2, Young 16, Vadi ne, Vitali 8, Tommasini ne, Michelori 6, Tealdi ne, Moore 14, Scott 12. All. Molin.

GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Mussini 15, Veccia ne, Polonara 15, Della Valle 3, Pechacek, Pini 2, Kaukenas 6, Cervi 13, Silins ne, Diener 18, Cinciarini 10. All. Menetti.

ARBITRI: Ascione, Beneduce e Ciaglia

PRIMO QUARTO

E’ una Juve svogliata quella che si presenta sul parquet nei primi minuti della finale con la Grissin Bon, nonostante qualche buon movimento di Howell. Reggio prende prima le misure e poi le distanze dagli avversari sfruttando i centimetri di Cervi in aria proprio sulla testa dell’ex NC State (2:8). Molin prova a scuotere i suoi ragazzi con il timeout, ma il risultato restano le palle perse, poca difesa ed i canestri degli avversari (7:15) . Diener scalda la mano, Young tiene a galla i bianconeri, mentre Scott nel finale riduce il gap (17:22).

SECONDO QUARTO

Il ritorno in campo non è certo quello sperato dallo staff tecnico bianconero che vede ancora una volta poca circolazione nei momenti chiave e canestri in velocità degli emiliani (17:28). Il tira e molla in campo riporta la Juve sotto nel punteggio quando a gestire i palloni e le azioni non è Young, ma i due esterni. L’ex Nba, però, arma la mano che viene prontamente innescata dalla lunga distanza (26:31). La scossa tanto attesa da coach Molin arriva negli ultimi due minuti di primo tempo. Young finisce in panchina per normali rotazioni, in campo ci vanno Howell e Scott e Caserta cambia volto. Insieme a lei anche Moore che illumina dalla regia dopo un avvio deludente ed il risultato è inerzia della partita invertita a favore dei padroni di casa (37:33).

TERZO QUARTO

La tripla di Moore ed i liberi di Scott allungano a quota 16-0 il break bianconero a cavallo tra secondo e terzo periodo (40:33). Gli emiliani provano a rispondere pan per focaccia innescando un contro parziale di 0-7 interrotto però ancora dal solito Moore (44:40). La truppa di Menetti fatica a trovare continuità, Caserta prova ad approfittarne, ma nel finale l’estro e la sregolatezza giovanile di Mussini (due bombe in fila) riapre i giochi con i casertani avanti di un solo possesso (56:54).

QUARTO QUARTO

Dura poco il periodo di inerzia bianconera e grazie ancora alla mano incandescente di Mussini e di Della Valle. La Juve arranca, Young esce accusando un dolore alla coscia e Reggio Emilia torna in controllo della sfida dopo il tecnico ad Esposito e prima della tripla del pareggio di Michele Vitali. Gli animi si scaldano compresi gli arbitri e dopo un fallo in attacco di Diener è Della Valle a prendersi la grande T dagli uomini in grigio (65:64). La tavola è apparecchiata per un finale punto a punto. Polonara e Vitali si sfidano dalla lunga distanza, Cinciarini mette il segno sul match ad 80’’ dalla fine e Reggio ancora avanti nel rush finale (70:71). Pechacek fallisce il tapin alzato da Diener, Scott infila il jumper e Polonara gela il Palamaggiò con la tripla del sorpasso. Sembra finita, sarebbe finita, ma prima Moore si inventa la giocata dell’ennesimo pareggio sbagliando il libero del sorpasso, Gaines ferma la corsa reggiana ed allora tutto è rimandato al supplementare (74:74).

OVERTIME

Nei cinque minuti aggiuntivi, la Juve prova a stringere i denti e maglie della difesa nelle quali si erano insinuati sia Gaines che Howell. Diener prova a rompere le uova nel paniere casertano, ma prima Gaines e poi Vitali chiudono i conti con il match e con il trofeo consegnando ai padroni di casa il gradino più alto del podio.


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