Casertana, l’analisi: squadra già con un’identità, ma serve più cattiveria in attacco



Mister Gregucci al 'Barbetti' di Gubbio (Foto Scialla)
Mister Gregucci al ‘Barbetti’ di Gubbio (Foto Scialla)

“Siete una gran bella squadra, speriamo di non finire nello stesso girone perchè sarebbe un massacro”. Parole dei colleghi di Gubbio dopo l’amichevole persa ieri sera contro la Casertana. L’undici di Gregucci ha dimostrato la propria superiorità impressionando positivamente gli addetti ai lavori presenti al ‘Barbetti’. Squadra con le idee chiare, movimenti giusti in fase di impostazione e una duttilità tattica che tornerà molto utile quando si giocherà per i tre punti. Dieci giorni di ritiro sono pochi per dare giudizi, ma questa Casertana ha qualcosa di diverso dal passato. Ha un’anima, che nel calcio è fondamentale. Merito dalla società che ha mantenuto inalterato l’ossatura di quel gruppo capace di vincere lo scorso campionato con oltre un mese di anticipo. E anche i nuovi arrivati sembrano giocare insieme da tanto tempo. Il tecnico ha proposto un 4-3-3 diverso dal solito. Il centrale difensivo ha dato vita all’impostazione di gioco (spesso Idda nel primo tempo è stato invitato a innescare gli attaccanti dalle retrovie), Carrus ha strappato applausi disegnando geometrie che solo i grandi sanno fare. Marano si è battuto arrivando in ogni angolo di campo. Nuova collocazione per Cruciani che è stato impiegato in una posizione più avanzata, quasi a ridosso del trio d’attacco. E il centrocampista ha dimostrato di poter ricoprire un ruolo a lui congeniale. Mancino e Alessandro si sono scambiati spesso le posizioni con il primo che ha confermato di trovarsi a proprio agio specialmente a sinistra. Cissè è partito molto bene (colpo di testa alto dopo due minuti), poi è stato spesso raddoppiato ed ha avuto più difficoltà. Ma ha messo lo zampino in occasione del gol vincente e per ora va bene anche così. In fase fase di possesso, Gregucci ha chiesto ad Antonazzo di fare il pendolo tra difesa e centrocampo accompagnando così la manovra offensiva. I suoi cross sono sempre stati pericolosi tenendo in costante apprensione gli avversari. Nella ripresa spazio a tutti gli altri, le azioni pericolose si sono contate sulla punta delle dita (traversa di Alessandro), ma grande solidità difensiva con Conti (tra i più in forma in questa prima parte di ritiro) al fianco di Idda. Nel primo tempo, infatti, l’allenatore ha voluto provare D’Alterio in mancanza di Mattera e Murolo e il capitano come sempre ha risposto presente. A Bianco si è chiesto di non spingere più di tanto evitando così di prendere ripartenze, compito assolto senza fare una piega. Ovviamente non sono tutte rose e fiore: qualche sbavatura è stata commessa e Gregucci non l’ha presa bene. Qualcosa in più bisogna pretendere dal reparto offensivo: tutto perfetto fino agli ultimi quindici metri, poi serve maggiore cattiveria. Quel cinismo che è mancato l’anno scorso e non potrà certo mancare in un torneo dove rischi di pagare al minimo errore. Su questo aspetto il club sta lavorando per ingaggiare una punta da doppia cifra, uno che possa fare la differenza in area di rigore. Tirando le somme la Casertana resta un cantiere aperto le cui fondamenta però sono state gettate. E le cose potranno solo migliorare.




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