Lombardi vuole vincere, parola al campo



BANDIERA CASERTANAIn questo tourbillon di notizie e con il match di Coppa Italia contro l’Ascoli alle porte, probabilmente, anzi sicuramente, queste righe passeranno inosservate. Anch’io, però, vorrei dire la mia sulla vicenda che ha portato all’allontanamento di Gregucci e all’arrivo di Campilongo. Sui commenti circa questo cambio di panchina c’è una sostanziale parità. Ora mi limito a esprimere un mio personalissimo (e soprattutto opinabilissimo) parere sui motivi che hanno indotto la società ad affidare le chiavi della squadra a Campilongo. Il cammino percorso dalla squadra con Gregucci alla guida non è stato affatto negativo in termini di risultati. Non dimentichiamoci, infatti, che in sede di vigilia, i vertici societari rossoblù esprimevano propositi cauti tendenti alla ricerca di una salvezza tranquilla da conquistare quanto prima per poi vedere cosa si sarebbe potuto ottenere di più successivamente. E il quinto posto conservato anche dopo la sconfitta di Melfi è un risultato certamente positivo. Il fatto è che la gestione della squadra di Gregucci è andata a scontrarsi con lo spirito ambizioso di Lombardi il quale, a quanto pare, si è reso conto di avere allestito un organico che potrebbe ottenere anche di più rispetto a quanto racimolato finora. Ma la gestione tecnica condotta da Gregucci – fatta di tante formazioni diverse per ogni partita giocata e con giocatori sulla rampa di lancio come Antonazzo e Rajcic, ad esempio, lasciati inspiegabilmente in panchina o in tribuna – non lasciava intravvedere miglioramenti ulteriori con la Casertana probabilmente condannata a lottare per una posizione che non andasse oltre il quinto posto. Cioè per nulla d’importante. Lombardi, però, è un tipo che vuole sempre lottare per qualcosa di reale e concreto. Del resto, l’idea Campilongo è sempre stata viva e accesa nella mente di Lombardi, sin dalla scorsa estate, salvo poi dover fare dietrofront anche per alcune pressioni di una parte della piazza contraria all’arrivo di Campilongo per vicende che esulano dall’aspetto prettamente tecnico e sui quali non voglio esprimermi. Fatto sta, però, che ora il patron rossoblù intravede nell’ex bomber la chiave giusta per puntare a qualcosa di più appetitoso di un quinto posto, onorevole sì per una società che dopo quattro lustri si è riaffacciata al calcio che conta, ma che non sarebbe certo ricordato con enfasi nella storia del club. Ora la parola spetta al campo con la speranza che dia ragione a Lombardi, anche perché quel che a noi interessa, tifosi e addetti ai lavori, è esclusivamente il bene della Casertana. Alla prossima.




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