La lotta di ADN al doping, Iodice: “Il nostro Brianskiy merita Rio”



Enzo Iodice
Enzo Iodice

Il terremoto del doping ha sconvolto il mondo dello sport russo, ma è una lotta che parte da lontano e coinvolge tutti. Anche Caserta, di fatto, è stata colpita da questo uragano sportivo. Perché? Perché un grande atleta russo che vive nella nostra città, sta aspettando il responso sulla sua partecipazione a Rio 2016. Stiamo parlando del nuotatore russo Alexey Brianskii del team A.D.N. Swim Project di Andrea Di Nino; attende una risposta dopo essersi guadagnato il pass olimpico. Abbiamo sentito il parere di Enzo Iodice, fisioterapista di A.D.N., professionista serio del settore e uomo che ha già conquistato una medaglia olimpica grazie allo splendido lavoro fatto con Evgeny Korotyshkin.

Il primo pensiero non può che andare allo scandalo doping che ha colpito il mondo dello sport: “Sono tristissimo ed ovviamente credo che l’atleta dopato truffi l’atleta pulito e violi qualsiasi regola etica, morale e sportiva e ciò va decisamente condannato, a mio parere con una “tolleranza zero” – ci confida lo stesso Iodice tra un allenamento e l’altro dei nuotatori A.D.N. a Caserta -. Purtroppo oggi siamo di fronte ad un caso assolutamente più unico che raro, ovvero l’accusa dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) contro Mosca di aver “diretto, controllato e supervisionato” la manipolazione dei campioni di urina forniti dagli atleti russi durante i controlli antidoping passati. La WADA ha, di fatto, ipotizzato un sistema di “doping di Stato” ed ha chiesto al CIO l’esclusione della Russia da ogni competizione, penalizzando quindi anche il nostro atleta Alexey Brianskiy che da gennaio si allena qui a Caserta, lontano dalle vicende russe sopra descritte. Qualificatosi per i 50 stile libero, Alexey ha come personal best un 22.13 stampato lunedì scorso in un meeting pre-olimpico a Mosca, che fa ben sperare vista anche la sua giovane età (18 anni) e che potrebbe proiettarlo tra i primi 16 velocisti al mondo”.



Avendo avuto atleti russi e avendo atleti russi in ADN Swim Project qual è il vostro pensiero? “Sia chiaro ed incontrovertibile: il fenomeno doping è una pratica illecita ed antisportiva e va punita esemplarmente come detto prima, ma non è possibile condannare indistintamente un intero movimento, con l’ampia probabilità di distruggere il “sogno olimpico” di coloro che lo coltivano da anni lavorando in maniera pulita e corretta – continua nella sua disamina -. Dietro una performance olimpica, peraltro, c’è un intero pool di professionisti che svolge sacrifici quotidiani per un intero quadriennio. Un esempio di atleta russo, medaglia olimpica ed icona da sempre del nuoto pulito, è Evgeny Korotyshkin, colui che in “cuffia ADN” conquistò, oltre alle tante medaglie tra mondiali ed europei, anche una medaglia d’argento agli scorsi giochi olimpici di Londra ‘12. Capitano dell’ADN e della nazionale russa fino al suo ritiro, in passato aderì ad una nostra iniziativa “Positivo alla Salute” con la quale, spontaneamente e volontariamente si sottoponeva periodicamente a test antidoping che venivano in automatico e senza alcun “filtro”, pubblicati sul web”.

Come vanno i controlli dei vostri atleti? “Purtroppo, come spesso ha anche dichiarato in varie interviste su giornali e radio il presidente, nonché head coach Andrea Di Nino, i controlli sono sempre più rari e ciò non facilita assolutamente la guerra al doping. Noi abbiamo regole molto ferree, e quest’anno, in linea con gli anni scorsi, abbiamo preteso la ratifica di tutti gli atleti che indossavano la maglia ADN di un codice di condotta che comprendeva un intero capitolo riguardante il doping. Il documento non era una semplice dichiarazione d’intenti, ma un testo dettagliato che richiedeva un costante aggiornamento sui farmaci assunti dagli atleti ed un rispetto totale delle indicazioni del medico sportivo e che, in caso d’infrazione, prevedeva l’espulsione dal club ancor prima di una positività accertata – conclude -. Tornando al nostro Alexey, il CIO si esprimerà giovedì e spero che il nostro atleta possa avere la possibilità di vivere il suo sogno olimpico come è giusto che sia e che possa competere con i nuotatori più veloci al mondo. Infine mi auguro che quei 50 metri possano essere davvero un motivo di rivalsa del nuoto pulito e di tutti coloro che rispettano le regole senza alcuno sporco “aiutino”.

 


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