Da Villa Literno a San Siro passando per Wembley: l’incredibile storia dei goal-no goal



Il “goal” del Montesarchio di sabato (foto Gaetano Molaro)

Si sa che il calcio dilettantistico ha un sapore sicuramente diverso, particolare, romantico, verace rispetto a quello professionistico. I numeri dall’1 all’11, i campi di calcio che spesso sono sterrati immensi rispetto al prato verde perfetto degli stadi di Serie A (non tutti comunque basti pensare al “Ferraris” di Genova), il calcio dilettantistico fatto da squadra di provincia ha un suo fascino particolare. E continua a mantenerlo e a differenziarsi dal nuovo calcio 3.0 anche nell’era dell’applicazione delle nuove forme di tecnologia al calcio giocato grazie all’utilizzo del Var (anche se è ancora in via sperimentale) che sta cambiando anche il modo di esultare dei tifosi che aspettano oramai qualche minuto prima di liberarsi nel semplice grido “goal”. Prima del Var in Serie A è arrivata la “Goal Line Technology“, tecnologia che serve a ridurre a zero la possibilità che il pallone non ha varcato completamente la linea di porta, tanti sono stati i casi nel mondo del calcio dovuti a goal regolari non dati oppure a palloni che non hanno attraversato completamente la linea di porta. Sabato scorso a Villa Literno è accaduto proprio questo: minuto sette, traversone dalla sinistra di Izzo del Montesarchio con Caputo che in tutta tranquillità blocca il pallone sulla linea, ma non è dello stesso avviso il direttore di gara Rossomando di Salerno che assegna la rete agli ospiti compiendo un errore macroscopico ben visibile grazie alle telecamere presenti al “Comunale”. Non sarà sicuramente l’ultimo caso, ma facciamo un viaggio all’indietro nella storia del calcio.

Goal save the Queen. Mondiale del 1966 giocato in Inghilterra, la finale è tra i padroni di casa e la Germania Ovest e ci ritroviamo ai supplementari sul punteggio di 2-2. Al 101′ l’ex attaccante del West Ham Geoff Hurst lascia partire un tiro in area che sbatte sulla traversa e rimbalza sulla linea di porta, l’arbitro svizzero molto casalingo Dienst assegna la rete tra le proteste dei tedeschi, sarà la rete che spiana la strada agli inglesi che chiuderanno il match sul 4-2 e porteranno a casa l’unica Coppa del Mondo della loro storia grazie ad un “no-goal”. Ma c’è un nuovo Inghilterra-Germania nella storia dei “goal-no goal”, questa volta ci troviamo negli ottavi di finale del Mondiale di Sudafrica 2010 con i teutonici in vantaggio per 2-1 quando Lampard lascia partire un tiro dal limite dell’area che sbatte sulla traversa e varca la linea di porta, la terna arbitrale però non ufficializza la rete lasciando così l’amaro in bocca agli inglesi che perderanno per 4-1. Questa volta, con un peso giusto leggermente diverso, il “goal-no goal” è stato avverso ai calciatori britannici.



In Italia. Partiamo nel campionato 92/93 e l’episodio è piuttosto singolare e vede protagonista l’attuale presidente dell’AIA Campania Virginio Quartuccio. La gara “incriminata” è Pescara-Juventus, i bianconeri hanno appena vinto la Coppa Uefa mentre i delfini sono oramai retrocessi da tempo. Nel secondo tempo, sul risultato di 2-1 per i padroni di casa, il centrocampista Massimiliano Allegri, per uno strano scherzo del destino ora allenatore della Vecchia Signora e successivamente entrerà come spettatore interessato del “goal-no goal” più famoso del nostro calcio, tira un forte bolide dalla distanza, la palla sembra uscire, ma invece è goal. La rete di una delle porte dello stadio “Adriatico” era bucata, ma il direttore di gara Quartuccio ha convalidato, giustamente, la rete con il Pescara che chiuderà in bellezza davanti ai propri tifosi vincendo per 5-1 quella gara.

Una rete che vale una stagione. Siamo nel febbraio del 2012, stadio “San Siro” di Milano, si affrontano le due migliori squadre del calcio italiano con Max Allegri sulla panchina rossonera ed Antonio Conte su quella bianconera. Il Milan passa in vantaggio con un tiro di Nocerino deviato da Bonucci e, tecnicamente, anche sul 2-0: calcio d’angolo dalla sinistra, Buffon ferma il primo colpo di testa di Mexes ed anche quello di Muntari, ma il colpo di testa del ghanese ha ampiamente varcato la linea della porta, i calciatori milanisti esultano, ma il direttore di gara Tagliavento coadiuvato dagli assistenti Di Liberatore e Romagnoli non vedono la rete. Nella seconda frazione Matri pareggiò i conti e le polemiche per quel goal non sono mai terminate, la Juventus a fine anno vinse il primo Scudetto dopo il tonfo in Serie B.

Corsi e ricorsi storici, dalla finale dei Mondiali al “goal” di Muntari il calcio, alla fine, è sempre lo stesso…o quasi!


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