Alla scoperta della S.S.C. Capua: la “cantera” dei futuri campioni, da Merola dell’Inter a Sbordone della Juventus…



Giuseppe Merolla ed Alberto Guarino (foto SportCasertano.it)

CAPUA – S.S.C. Capua: un nome, una certezza. Da anni la società giallorossa è conosciuta in tutt’Italia come un florido vivaio di talenti che si formano nel quartier generale giallorosso del “Reale” e poi spiccano il volo verso società professionistiche. Nel club capuano crescono ogni anno tante future promesse che cercano di seguire le orme di Davide Merola e Gianluca Sbordone, talenti classe 2000 di proprietà dell’Inter e della Juventus che sono solo la punta di un iceberg. Basti pensare che Merola e Sbordone sono la ciliegina sulla torta di una lista di trentacinque atleti, impreziositi dagli insegnamenti e dalla competenza della S.S.C. Capua ed acquistati nel tempo da società professionistiche di Serie A, Serie B e Serie C, nati tra il 2000 ed il 2004. Una vera e propria cantera di giovani atleti che sognano di avere un futuro da calciatore nel professionismo internazionale.

LA SOCIETA’. Un lavoro certosino che nasce da lontano, quando gli attuali dirigenti decisero di intraprendere un percorso dedicato al calcio giovanile. Risale al 2009 infatti la scelta drastica dello staff, presieduto dal presidente Giuseppe Merolla e dal coordinatore dell’attività agonistica e di scuola calcio Alberto Guarino, di staccarsi dall’A.S.D. Capua, società che allora navigava in Eccellenza, e creare una nuova realtà improntata sui giovani. Con la preziosa collaborazione del vicepresidente Vincenzo Caruso e del segretario Antonio Ingicco, si compose il nuovo sodalizio che, anno dopo anno, si è sviluppato e presenta all’interno dei propri organici atleti provenienti dall’intera provincia di Caserta, allargando a macchia d’olio la propria azione fino al salernitano, a San Salvatore Telesino ed anche al basso Lazio, con alcuni ragazzi provenienti da Minturno e Scauri. Ed in questa crescita continua e costante garantisce una grossa mano Enzo Raiola, procuratore cugino di Mino Raiola che è un uomo di casa nella S.S.C. Capua.



Il presidente della S.S.C. Capua Giuseppe Merolla

LA NASCITA. L’attività calcistica di grande spessore del team viene raccontata dal coordinatore Alberto Guarino: “La nostra fondazione è datata nel 2009, però siamo nati ufficialmente nel 2004 quando curavamo il settore giovanile dell’A.S.D Capua in Eccellenza. Nacque così la S.S.C. Capua che riprese la sigla della società più antica di Capua, col grandissimo presidente Caputo. Ci siamo prefissati di costruire un club basato solo ed esclusivamente sul settore giovanile, arrivando fino ai Mini Giovanissimi. Il motivo di ciò è che prepariamo i ragazzi, affinché possano entrare nel professionismo dalla porta dei Giovanissimi nazionali. Da anni, infatti, le società professionistiche hanno abbandonato l’idea di attingere dai settori giovanili ragazzi della categoria Allievi, preferendo selezionare al massimo ragazzi di quattordici anni pronti per i Giovanissimi”.

L’ORGANIZZAZIONE. L’esperto di calcio giovanile descrive i tratti somatici del suo club: “La nostra forza è di essere entrati in questi meccanismi, avendo la fortuna di avere bravi ragazzi che sono stati ceduti negli anni. Abbiamo un settore giovanile selettivo, con tutti i ragazzi che giocano calcio a 11 che non pagano la retta, poiché è a carico della società. Molti mi chiedono com’è possibile. Ed io rispondo che questo avviene grazie alle cessioni fatte negli anni. Al settore giovanile affianchiamo la scuola calcio che si gioca nei campi ristretti. I ragazzi della scuola calcio pagano una retta non tanto esosa così da supportare le spese. Basti pensare che noi svolgiamo le attività non solo al campo sportivo “Enrico Reale” di Capua ma ci affidiamo anche nella palestra e nel campetto della struttura provinciale dell’Istituto Falco che è gestita da una società di Capua che opera nel calcio a 5 e nella pallavolo”.

Il cartellino di Davide Merola

I TALENTI ILLUSTRI. Trentacinque i ragazzi ceduti a società professionistiche che Guarino rivendica con orgoglio: “Nel tempo tante cessioni, con la ciliegina sulla torta delle cessioni di Davide Merola e Gianluca Sbordone, entrambi classe 2000. Davide, che oggi compie diciotto anni. sta facendo molto parlare di sì per le sue doti innate. Gioca nell’Inter, oramai tutti lo conoscono e gioca anche con la Nazionale Under 18 con cui ha siglato un goal venerdì contro l’Olanda. Il nostro sogno è che possa essere convocato presto in prima squadra e possa esaudire il suo sogno. Gianluca è di proprietà della Juventus ed ora è in prestito al Perugia per un semplice motivo. Quest’anno la Primavera è dedicata ai ’99 e quindi sta facendo le ossa per il prossimo campionato. Al di là di loro abbiamo tante promesse classe 2000, come Antonio Illuminato al Napoli che è in prestito alla Paganese, con cui è stato convocato anche in prima squadra, il 2001 Francesco Di Caterino alla Fiorentina e tanti altri. Con le società nasce un rapporto non solo basato sul premio di preparazione ma anche attraverso una stretta di mano, affinché il ragazzo possa sperare di arrivare in Serie A”.

I PARAMETRI. Se la S.S.C. Capua gode di questa fiducia da parte di grandi club del calcio internazionale, esiste una formula: “Prima di tutto noi puntiamo molto sulla valorizzazione della tecnica individuale di ogni atleta. Noi selezioniamo non solo i ragazzi ma anche gli allenatori che devono avere non tanto un curriculum alto, bensì devono rispondere alle direttive impartite dalle società professionistiche, infatti ogni anno ci aggiorniamo. Conosciamo perfettamente i parametri dell’Inter, della Juventus e delle altre squadre, quindi, quando vediamo i bambini, già sappiamo le reali possibilità di scelta e dove possono arrivare. Ovviamente il giudice supremo è il campo. In questo momento il 2004 Domenico Di Dona è stato acquistato dal Chievo Verona, società che poco attinge in Campania, infatti siamo una delle poche in Campania. Anche un 2005 sta per andare all’Atalanta. Ho fatto questi esempi per dire che i nostri talenti non vengono visti da intermediari, bensì i direttori delle società vengono direttamente al campo o noi andiamo lì. Facciamo pochi tornei, io le chiamo gite scolastiche del calcio, perché noi preferiamo andare direttamente al nocciolo”.

Alberto Guarino ed Enzo Raiola

IL LEGAME CON ENZO RAIOLA. Il prestigioso serbatoio di giovani talenti si avvale della collaborazione da anni di Enzo Raiola, famoso procuratore cugino di Mino Raiola, che dà una grossa mano e si è legato a doppio filo. A tal proposito Alberto Guarino spiega com’è nato questo rapporto: “Circa dieci anni fa organizzammo un raduno e conobbi Enzo Raiola, grazie ad un procuratore che è il suo braccio destro, Sandro Martone. Da subito ad Enzo piacque il nostro modo di lavorare e di interfacciarci con tutti. Immediatamente nacque il matrimonio. Insieme al già navigato Enzo Raiola, costruimmo un grandissimo raduno e lui fece arrivare tantissimi osservatori tra cui Barry Hunter, osservatore del Manchester City. Da quel giorno avvenne il decollo della situazione. Egli ci aiuta con le grandi società, essendo un grande procuratore che ha nel suo staff atleti come Gianluigi Donnarumma e calciatori di Serie A e Serie B. Spesso ci viene a trovare sulla struttura, in qualsiasi momento è sempre a disposizione per noi”.

ANEDDOTI SU DAVIDE MEROLA. Tanti gli aneddoti che la dirigenza giallorossa porta nel cuore e che Guarino ci svela: “Inizio con Davide Merola. Prima di partire per un provino con la Juventus, che avvenne a febbraio al Gollissimo, un evento in cui venivano radunati tutti i giovani più promettenti, arrivammo in aeroporto e quando vidi la borsa, trovai attaccata una sciarpa dell’Inter. Io chiesi: “Davide, ora stiamo andando a fare un provino per la Juventus, come mai questa sciarpa?”. Al che mi rispose: “Io sarò un giocatore dell’Inter”. Lui, da sempre tifoso neroazzurro, era convinto che andava all’Inter e così è stato. Nel raduno in cui fu preso, nonostante era un 2000, lo vollero vedere nella partita dei ’98, quindi due anni sotto età. Fece delle cose straordinarie, le doti calcistiche sono innate in lui, infatti dopo cinque minuti, il direttore dell’Inter mi venne incontro. Io ero vicino alla mamma Margherita e dissi: “Margherita, secondo me devi preparare le valigie”. Dopo pochi mesi Davide partì con tutta la famiglia per Milano ed iniziò a segnare al primo anno 40 goal con gli Esordienti”.

DOTE INNATA. Ma non solo Merola, i particolari riguardano anche gli altri calciatori: “La dote è un qualcosa di innato. Quando un bambino sa suonare il pianoforte a tre anni, nessuno gliel’ha insegnato. Così Merola, Sbordone, Illuminato, Reale, Anetrella, Di Caterino, D’Alessio, faranno i calciatori perché sono convinti delle proprie capacità. Sono professionisti prima negli allenamenti, perché l’allenamento è fondamentale. Riguardo qualche altro aneddoto, mi ricordo che Davide non sapeva allacciare le scarpette, infatti chiedeva sempre a Vincenzo Caruso di allacciare le scarpette prima di allenamenti e partite. Invece Sbordone a fine partita restava un’ora in più perché doveva mangiare la merenda ed i genitori fuori ad aspettare. Grande professionalità per Reale che, al termine degli allenamenti, prendeva la sacca e raccoglieva tutti i palloni. Alcuni aneddoti di tanti ragazzi a cui vogliamo tanto bene”.

IL FUTURO. Ogni tanto la società del presidente Merolla si guarda indietro e pensa a tutto quello che ha costruito in questi anni: “Come tutte le famiglie, ogni anno ci fermiamo a tavolino e pensiamo a come siamo arrivati, dopo che tutto è nato per scherzo. Vedere un ragazzo arrivare a quei livelli vuol dire che nel nostro piccolo siamo riusciti ad ottenere qualcosa. Dal punto di vista delle squadre, arriviamo da sette otto anni nelle finali dei campionati regionali ma perdiamo sempre ai rigori. L’ultima vittoria è con i Mini Giovanissimi allenati da Aldo Scialla con cui abbiamo vinto il campionato nel 2014-2015. Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, il nostro sogno è di crearci una struttura con un campo di calcio a 11, un campo di calcio a 8 ed uno da calcetto. Vorremmo costruire una struttura che venga lasciata alla nostra città e che possa andare sempre avanti, permettendo ai ragazzi di credere sempre nei propri sogni”. Storia e sogni della S.S.C. Capua, la cantera dei piccoli talenti che sognano un futuro da calciatore nel professionismo.

 

 

 


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