“Sono pazzo di te… Compro la JCE!” capitolo finale



Dunque, nella prima parte ho descritto come organizzare il coinvolgimento del pubblico nella partecipazione alla proprietà- Andiamo oltre.

Dopo aver snocciolato tutti i punti salienti, viene spontaneo chiedersi: ma perché investire su di un progetto cestistico? Perché diventare soci/supporter nel mondo della “palla a spicchi”? Perché ragionare sulla possibilità di una pubblica di sottoscrizione?



Anche in questo caso, provo a rispondere con ordine: in primo luogo, il Basket, la nostra Pallacanestro, negli anni ha assunto un vero e proprio “marchio di fabbrica”, un brand, insomma. Quindi, come tale, può senza dubbio essere utilizzato come illustre vetrina per gli affari delle aziende pronte ad abbinarvi la propria riconoscibilità. L’esperienza del marchio “Pasta Reggia” ne è un eloquente esempio.

Ma c’è dell’altro: a Caserta si vive davvero a “pane e basket” (???); qui, la pallacanestro, l’agonismo cestistico, sono diventati un valore, quasi un pila­stro portante. Da qui sono passati grandi campioni – nazionali e stranieri – si sono combattute epiche sfide. Insomma, è stato sdoganato uno stile, un modus vivendi tutto nostro. E allora, se si tratta di un valore (per ora solo immateriale), perché non farlo diventare concreto, tangibile? Perché non trasformare questo life style in un vero e proprio asset patrimoniale? Non si è sempre detto… “il basket, qui da noi, è un patrimonio collettivo”?

Bene, forse ora è tempo di passare dalle mere parole ai fatti: la JC (che potrebbe essere largamente condivisa) appartiene un unico soggetto che, tra le altre cose, si è detto più che disponibile a collocare sul mercato il suo 65% (almeno) del pacchetto. Poi, diciamoci la verità: non è realistico, e nemmeno salutare, che la quasi totalità delle quote di un sodalizio sportivo resti nelle mani di un solo soggetto. Considerate il rischio che ne deriva: un imprendi­tore che, prima di tutto, deve render conto ai propri soci ed ai suoi operai ed impiegati. Solo in terza battuta premurarsi dei suoi impegni cestistici, nono­stante la sua forte passione. Mentre sarebbe molto opportuno e profittevole spalmare un 15-20% fra uno ‘zoccolo duro’ costituito, per lo più, da tifosi (neo soci) ed aziende medio/piccole. Significherebbe auto patrimonializzare un asset che sarebbe (quasi) di tutti, e questa sarebbe una ghiotta occasione per motivare sponsor e marchi prestigiosi (locali e nazionali) ad investire nel nostro brand.

Costoro sarebbero rassicurati non poco, nel saggiare l’ampiezza e la solidità di una ‘base’ robusta. Dunque, possono bastare queste motivazioni? Nooo? Ok. Diciamo che, oltre al mondo della palla a spicchi vi rientri pure il panorama calcistico locale. Questo può senza dubbio attirare le attenzioni dei più etero­genei soggetti: sia privati che imprese. A tutto ciò va abbinato un importante passaggio: una forte e roboante campagna di informazione e sensibilizzazio­ne, nonché un qualificato e profittevole sforzo di marketing e pubblicità. E tutto ciò, senza trascurare un altro importante dettaglio: la “politica” locale verrebbe totalmente tagliata fuori, ma non per polemica o per una qualche ripicca. Semplicemente perché ad essa compete un ruolo differente: un ruolo di garante e di mediazione.

Ora, terminata l’illustrazione a grandi linee della mia idea, mi pare oppor­tuno affrontare il punto lasciato in sospeso nella parte precedente.

La domanda era: volendo investire nella pallacanestro, di quali informazio­ni potrei aver bisogno? A tal uopo va detto che, per una scelta ponderata, è essenziale possedere un quadro demografico ed economico-finanziario del territorio, tanto per le imprese quanto per il ‘pubblico indistinto’.

Ma chi conosce davvero i numeri di “Terra di lavoro”?

Be’, per chi li ignorasse (del tutto o in parte) non vi scomodate, l’ho fatto io per voi, grazie anche a due autorevoli fonti: Camera  commercio e BankItalia.

Ebbene, l’analisi da me svolta è incentrata sul monitoraggio delle imprese, stigmatizzandone tipologie, dimensioni e anzianità. Saldo imprese attive, di genere (sesso), istituzioni Non profit e qualificazione e quantificazione della forza lavoro, che ovviamente si traduce in potenziali clienti consumatori.

Naturalmente, sono andato anche a ricavare il volume dei depositi e dei c/c presso banche e CDP (Cassa depositi e prestiti-Poste italiane), un dato fondamentale se si vuol capire su quali flussi di cassa poter fare affidamento.

Quindi, a conclusione del mio articolo, al seguente documento allego anche il risultato delle mie ricerche, corredate da infografiche accreditate.

Il mio più intimo auspicio – senza falsa modestia e senza palesare un personale edonismo–  è che, dall’attenta lettura di questa mia proposta, possa nascere un concreto progetto che convinca, l’opinione generale, sulla necessità ed opportunità di sostenere un tale salto di qualità, che vi ricordo: è raro in Italia, e Caserta potrebbe diventare un autentico modello di riferimento.

Perciò, in conclusione, non resta che augurarci… #ForzaJuveCaserta!!!

PS: Infogafiche su economia e territoriohttps://www.facebook.com/notes/psc-social-finance-preciuos-safe-assets-advice/compro-la-juvecaserta-cap-ii-infografiche-c-covino/1560796520599976/


error: Content is protected !!
P