Capitelli, il sammaritano purosangue che studia per diventare la bandiera: “Un’emozione stupenda giocare col Gladiator in Serie D. E’ un sogno, ora conquistiamo la salvezza”



Alessio Capitelli (foto SportCasertano.it)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Per un sammaritano purosangue come lui, il Gladiator è la squadra della propria città, la squadra del cuore, la squadra da difendere sempre: ovunque scenda in campo la gloriosa maglia a strisce neroazzurre. Alessio Capitelli, fra i talenti di maggior prospettiva del team, è l’unico calciatore di Santa Maria Capua Vetere che milita nel Gladiator. Un onere ed un onore per un ragazzo che, alla tenera età di cinque anni, è stato iscritto dal padre Rosario nel settore giovanile neroazzurro. Ma del resto il noto imprenditore sammaritano ha sempre lavorato per la valorizzazione della città dell’Anfiteatro, pietrificando la sua vita in quella che era l’antica Capua, con varie attività commerciali e con quella passione per il tennis che lo vede da anni presidente del Gruppo Tennistico Sammaritano.

L’EREDITA’. Il figlio Alessio ha ereditato dal padre l’amore per Santa Maria Capua Vetere, tanto da non abbandonare mai quei colori che in questi anni stanno vivendo esperienze abbastanza altalenanti. Nato nel 1997, egli ha messo in discussione il suo legame solo per le convocazioni negli stage di società professionistiche di Serie B e Lega Pro (il Matera è stato ad un passo): quindi, solo per quelle chiamate per progetti di categoria superiore che per il momento il Gladiator non può garantire. Quella di Alessio è una fede sfegatata per il sodalizio neroazzurro, lo si vede con quali occhi guarda il Gladiator e con quale passione e grinta scende in campo quando viene chiamato in causa. Un peso che sente in maniera vertiginosa. “E’ un dramma” – riferiscono di lui in casa genitori e fratelli – “quando la partita va male e lui non è riuscito a trascinare emotivamente i compagni di squadra alla conquista della vittoria”.



L’EMOZIONE. Da tempo Santa Maria Capua Vetere aspetta un suo figlio prediletto che diventi la bandiera neroazzurra, un gladiatore che dia seguito alla gloriosa stirpe sammaritana. Nelle stagioni precedenti Alessio Bonavolontà, Carlo De Falco ed Alfredo De Luca sono stati gli ultimi esemplari di una razza in via d’estinzione, ma tutti e tre hanno intrapreso strade diverse. Per il momento, quindi, vengono riposte in Alessio Capitelli le speranze di una tifoseria intera, in un calcio in cui oramai le bandiere si contano sulle dita di una mano. Aspettativa da vivere con tranquillità, senza presunzione di essere già un calciatore completo ma con quell’orgoglio di rappresentare nelle partite ufficiali un brand di storia, cultura e sport: “E’ un’emozione bellissima per me far parte della squadra che sta vivendo l’attuale campionato di Serie D. Con il Gladiator ho condotto tutta la trafila, dai Piccoli Amici alla prima squadra, senza mai saltare una tappa e dicendo di no ad ogni altra squadra. In passato ho tifato e tifo sempre per il Gladiator, ora ci gioco: mi sembra di vivere un sogno. E’ una bella sensazione respirare l’atmosfera della Serie D in città e scambiare una chiacchiera con gli amici. Volevo arrivare a questo punto, ora provo a raggiungere un gradino più alto”.

Alessio Capitelli in campo al Piccirillo

DALLL’ESORDIO ALLA SERIE D. Nel dicembre del 2014 il debutto ufficiale in prima squadra, ad appena diciassette anni, in un Gladiator-Herculaneum di Coppa Italia Eccellenza & Promozione 2014/2015 al “Mario Piccirillo” (per la cronaca finì 0-1), ora il sammaritano ne ha fatta di strada ed anche domenica ha dato la sua mano nel pareggio contro il Gragnano: “La partita è stata preparata in settimana nella maniera giusta. Abbiamo giocato bene ma purtroppo abbiamo portato solo il pareggio. Eravamo in vantaggio, ci dispiace non aver vinto ma ci ha fatto comodo il punto guadagnato. Una vittoria ci avrebbe garantito la matematica salvezza, invece dobbiamo fare ancora i calcoli. Credo che mancano ancora un punto o due punti per festeggiare. Ma io la penso così: quello che succede su e giù in classifica poco conta. A noi deve importare vincere la partita che ci tocca. A partire dalla prossima gara contro la Frattese. Ci aspetta una bella sfida su un campo sintetico, quindi possiamo provare tutto quello che prepariamo negli allenamenti”.

IL PASSAGGIO DI PROPRIETA’. Nonostante alla fine del campionato manchino ancora tre giornate, da diverse settimane a questa parte le cronache giornaliere sono caratterizzate dalle vicende extracalcistiche, con la cordata sammaritana, di cui è garante Luisa Colandrea, che è agli atti conclusivi nella trattativa di acquisizione del Gladiator dalla famiglia D’Anna. Querelle che interessa ma fino ad un certo punto i calciatori: “L’argomento societario non sta intaccando la nostra serenità sul campo. Siamo attenti, concentrati in allenamento e nelle partite ufficiali si pensa ai novanta minuti; non si pensa alle vicende che accadono al di fuori del campo. Desideriamo impegnarci fino alla fine del campionato. Sicuramente noi eravamo tranquilli sia con la famiglia D’Anna e siamo tranquilli ora che sta avvenendo il passaggio di proprietà. Che la cordata rilevi il titolo a noi interessa ma fino ad un certo punto, perché diamo sempre precedenza al campo ed alle ultime tre partite”.

LA CONSIDERAZIONE. Dopo un periodo contraddistinto dalle panchine, l’allenatore Teore Grimaldi sta riproponendo il virgulto sammaritano, concedendogli quello spazio da titolare di cui ha goduto sin dall’approdo del trainer frattese nell’impianto di via Martiri del Dissenso e che gli ha permesso di collezionare fino ad ora 18 gettoni di presenze nella “quarta serie”. Una ritrovata considerazione che il terzino destro sa di non aver mai perso, dando il massimo in ogni singolo momento che vive con indosso la casacca neroazzurra: “Sto vivendo benissimo la prima stagione in Serie D. Grimaldi mi ha concesso una certa continuità, ho giocato bene numerose partite, poi sono successi episodi al di fuori del campo che mentalmente hanno influito un po’ di più. Ora sto tornando, la squadra sta girando. Io penso a fare sempre bene. Voglio e lo spero che tutti i miei amici giochino bene. Si è creato un grande gruppo ed è bello allenarsi con tutti”.

L’ASPIRAZIONE. Coccolato dal direttore sportivo Antonio Governucci che in estate lo ha scritturato da subito nella lista degli under pronti per la Serie D, Alessio Capitelli non ha intenzione di smettere di sognare. In questa stagione ha avuto l’opportunità di misurarsi in una categoria mai calcata prima, ora non vuole arrestare il suo corso e spera di condividere la sua ascesa con il Gladiator: “Da parte mia do sempre il massimo ed aspiro a qualcosa di più. Penso che ogni ragazzo che giochi in Serie D, Eccellenza, in qualsiasi categoria, aspiri ad arrivare ad un livello più alto. L’anno scorso sognavo di salire dall’Eccellenza alla Serie D. L’aspirazione cresce ed ora punta al professionismo insieme al Gladiator. E’ molto difficile, ma l’allenamento serve anche a questo. Non so se ci riuscirò, ma ci credo”.


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