E ora si inizi a programmare



L’esultanza finale della Juve (Foto Filauro)

La Juvecaserta esce dall’incubo e, finalmente, vince una partita dopo sette sconfitte consecutive. Tre vittorie nel girone di ritorno, tanto bastano per centrare la salvezza per una squadra che sembra l’Empoli del basket (odio, occhio al Crotone ancora eh). Torino va ko al termine di una partita che è stata il remake di film già visti su questi schermi. I bianconeri dominano in partenza, costruiscono un largo e meritato vantaggio, poi si addormentano rischiando di dare un calcio al secchio del latte (per dirla alla Nikolic). Poi, per fortuna, un quarto periodo scintillante ed una vittoria giusta che manda in soffitta i fantasmi che stavano riecheggiando su Pezza delle Noci. Per ora, va bene così.

I 10’ DEL CINCIA. Due settimane fa aveva tutta la piazza contro per essersi rifiutato di entrare, con Venezia, a giocarsi l’ultimo possesso. E’ stato il bersaglio delle critiche ma, già a Brescia, aveva giocato una buonissima partita. Stavolta si è superato. Un pazzesco quarto periodo da 14 punti ha chiuso la sfida e dato la salvezza ai bianconeri. Il tutto giocando con la pressione, anche, di chi potrebbe cambiare canotta da un momento all’altro. Ha fatto benissimo il suo dovere, una bella storia di sport.



LE SCELTE DEL GRINTA. Sulla graticola c’è finito da tempo immemore, ma resta lì al suo posto cercando di conquistare una salvezza che, a dicembre, stava strettissima a tutti. C’è riuscito anche stavolta, con meno pathos rispetto allo scorso anno. Bravo, nel quarto periodo, ad andare con cinque sicuri e non fare cambi (salvo per le uscite per falli di Johnson e Watt). La sua liberazione a fine gara è una fotografia che ci porteremo nel cuore.

IL FUTURO. Adesso, archiviata la salvezza, è doveroso cominciare a programmare, seriamente, la prossima annata. Leggo del Consorzio che starebbe nascendo: spero che l’imprenditoria locale arrivi, finalmente, in soccorso di Iavazzi e della sua creatura sportiva più bella ma, come tutti i casertani, sono rimasto scottato troppe volte e, allora, aspetto l’evolversi della vicenda prima di dare un umile giudizio. C’è da ricostruire il rapporto con la piazza: è un’annata difficile e la disaffezione generale è tangibile. Solo un cieco non la vede. Bisogna ridare stimoli a tutto l’ambiente perché Caserta non può non essere terra di basket. Bisogna lavorare. Tanto.

VERITA’. Salvezza in ghiaccio e finale di stagione, per fortuna, senza il cardiologo al nostro fianco. Dopo gli ultimi mesi, volendo essere sempre positivi, è già una buona notizia. Una parola voglio spenderla per il pubblico del Palamaggiò: in passato ero uno della curva ed ho contestato la Juve per molto, molto, meno. Oggi, invece, Caserta si è dimostrata una piazza matura, capace di mettere la maglia davanti a tutto, di spingere un gruppo in difficoltà e di fare i conti solamente alla fine. Questa, a casa mia, si chiama mentalità. E il popolo bianconero ne ha da vendere. Non disperdiamo questo grande patrimonio. Sarebbe un crimine.


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