#FavaDay. La storia del campione casertano. Dalle origini alla risalita, dal record di Trieste alla Champions League: i quarant’anni di Dino Fava Passaro



Dino Fava Passaro contrasta Alessandro Nesta

SESSA AURUNCA – Dare il massimo in qualsiasi contesto, senza mai girarsi indietro. Dino Fava Passaro ha improntato la sua carriera sulla professionalità e sull’impegno, riuscendo a trarre quanto di buono da ogni esperienza che ha vissuto e che sta vivendo. Perché non dimentichiamolo, il pensiero di appendere le scarpette al chiodo è lontanissimo, considerando la sua forma smagliante in Eccellenza campana con la maglia del Portici che, insieme a lui, sogna di tornare in Serie D a oltre vent’anni di distanza dall’ultima apparizione avvenuta nella stagione 1994-1995. Ed oggi, data del suo quarantesimo compleanno, l’attaccante nato a Formia il 16 marzo 1977 ma a tutti gli effetti casertano per la sua famiglia originaria e residente ad Avezzano (frazione di poche anime di Sessa Aurunca), continua a divertirsi come un ragazzino ed a segnare goal pesanti: ultimo in ordine cronologico il sigillo che ha permesso al Portici di concretizzare una stupenda rimonta nella tana della rivale Afragolese.

I PRIMI CALCI. Quarant’anni di vita corrispondono nella lingua calcistica ad oltre trent’anni di calcio, sin da quando da ragazzino dava i primi calci al pallone nella sua Avezzano, in continue sfide con i bambini delle tante altre frazioni di cui Sessa Aurunca è piena. Così inizia a vestire la maglia della Sessana e per un breve lasso di tempo anche quello dello Scauri Minturno. Di lui si fa un gran parlare, così viene prelevato dal Formia che all’epoca disputava la Serie C2. Era la stagione 1994-1995 e, strana coincidenza (che a fine aprile vedremo se sarà un segno del destino), lui inizia ad avere la prima chance in prima squadra proprio in quell’anno in cui il Portici retrocede in Eccellenza e non tornerà più in Serie D. Nella stagione seguente, 1995-1996 fa parte della rosa della prima squadra formiana in Serie D e mette a segno 3 reti in 19 presenze. Lasciare il segno ad appena diciotto anni nell’Interregionale stuzzica il Napoli che non se lo lascia scappare, nonostante le richieste di altre società di primo calibro, e lo porta a disputare la Primavera, con numerosi allenamenti in prima squadra.



Dino Fava Passaro alla Triestina

L’ESPERIENZA NAPOLETANA ED IL RISCATTO. Con la maglia azzurra non arriva il debutto, anzi a fine stagione viene dato in prestito ad Acireale in C1. Torna nell’estate del 1998 in una Napoli gonfia di rabbia per la retrocessione ed anche in B non gli viene mai concessa la chance per mettersi in mostra in partite ufficiali. Dino mastica amaro ma nel suo cuore si fa larga la rabbia di chi, un giorno, farà ricredere tutti. Ed a quell’età, appena ventuno anni, ce n’è tutto il tempo. L’esperienza azzurra termina nell’estate del 1999 con la cessione a titolo definitivo alla Pro Patria, con cui talmente è la voglia di rivalsa che sigla 12 reti in 31 partite in Serie C2. Tale categoria gli sta troppo stretta, quasi lo soffoca, così approda al Varese in C1 con cui sigla 6 goal al primo anno ed addirittura 16 goal al secondo anno. Dalla cadetteria piombano le sirene della Triestina che se lo coccola e lo acquista. Inizialmente parte dalla panchina, poi grazie al suo fiuto del goal, supera tutti nelle gerarchie in attacco e ad appena 25 anni sigla 22 reti in 38 partite, laureandosi vicecapocannoniere della Serie B e contribuendo allo storico quinto posto conquistato dagli alabardati. E’ il record di reti che lo spinge su tutte le copertine dei giornali nazionali ed internazionali.

La figurina di Dino Fava Passaro all’Udinese

LA SERIE A E LA CHAMPIONS LEAGUE. E’ l’ora della Serie A. Quel treno, che sembrava passatogli davanti e non sfruttato cinque anni prima, si ripresenta ed ha i colori bianconeri dell’Udinese, alla ricerca del degno sostituto di Roberto Muzzi. Il Friuli Venezia Giulia gli porta fortuna, così esordisce nella massima serie il 21 settembre 2003 in Bologna-Udinese 2-0 e mette a segno il suo primo gol in Serie A il 5 ottobre 2003 in Ancona-Udinese 0-3. Chiuderà la prima stagione in massima serie con 31 presenze e 12 gol (da segnalare la tripletta messa a segno contro il Perugia il 26 ottobre 2003). L’anno seguente non riesce a ripetersi su quegli standard ma contribuisce alla storica qualificazione in Champions League di quell’Udinese allenata da Luciano Spalletti e capitanata da Antonio Di Natale. In estate fa la scelta, di cui si è spesso pentito in futuro, di abbandonare Udine e far parte della neopromossa Treviso. Due reti al primo anno nella retrocessione trevigiana e dieci reti la stagione seguente in B. Si trasferisce al Bologna dove segna appena due reti ma fa tanti sacrifici per i felsinei e contribuisce alla promozione in Serie A.

VIA EMILIA ED ALL’ARECHI. Fava non segue però i rossoblù in massima serie, perché il suo cartellino torna ad appartenere per intero al Treviso che già a luglio 2008 lo gira in prestito alla Salernitana. Con i campani sigla il suo primo gol il 15 settembre 2008 su calcio di rigore, durante il match valido per la terza giornata del campionato di Serie B, Salernitana-Frosinone. Prima di fratturarsi la mandibola contro l’Ancona e restare fermo per mesi, ha siglato altre due reti che sono valse 6 punti alla squadra granata: una a Piacenza ed una su rigore a Modena, entrambe queste partite si sono concluse per 1-0 in favore della Salernitana. Con i suoi 3 gol è stato sempre decisivo portando 9 punti alla squadra di mister Castori. Torna in campo a gennaio e sigla il gol del vantaggio granata a Frosinone, quarta rete in 13 presenze. Prima di infortunarsi nuovamente, sigla una doppietta con il Modena (vittoria granata per 3-2). A fine stagione torna al Treviso, ma a causa del fallimento della squadra si ritrova svincolato. Il 4 settembre 2009 ritorna alla Salernitana, con cui firma un contratto biennale. Segna il suo primo gol dal suo ritorno al 1º minuto della partita persa poi 1-2 contro il Cittadella. In tre stagioni, costellate da tanti infortuni, colleziona 16 reti complessive.

Dino Fava Passaro alla Sessana

IL RITORNO ALLA SESSANA. Al termine del contratto sceglie di rimanere in provincia di Salerno legandosi il 5 agosto 2011 alla Paganese militante in Lega Pro Seconda Divisione. Al suo primo anno con la squadra campana conquista al termine dei playoff una promozione in Lega Pro Prima Divisione. Il 24 settembre 2013 firma un contratto annuale con il Terracina militante in Serie D. Nell’agosto del 2014, nel più classico dei lieti fine torna alla Sessana, squadra dove è cresciuto calcisticamente, neopromossa in Eccellenza, e club della sua città. Dopo essere stato nominato capitano della squadra, debutta il 14 settembre in Portici-Sessana 0-3, prima giornata di campionato, aprendo le marcature al 36′ del primo tempo. Nella prima stagione sigla 10 reti e porta per mano il team del presidente Isidoro Vrola ad un passo dalla promozione in Serie D.

PROTAGONISTA NEL PORTICI. Nella stagione 2015-2016, i rapporti peggiorano e nel novembre 2015 termina anzitempo il suo legame con la Sessana. Sembra arrivata la fine della carriera, invece il Portici del presidente Ragosta, su pressione del direttore sportivo Orlando Stiletti e dell’allenatore Pasquale Borrelli, lo convince a continuare e lo mette sotto contratto a febbraio del 2016. Sono gli albori della rinascita porticese che, nell’attuale stagione, vince la Coppa Italia di Eccellenza & Promozione campana con un goal nella finalissima contro l’Ebolitana e sta guidando il team vesuviano al primo posto nel girone A di Eccellenza con tredici reti in ventiquattro giornate. E Dino Fava Passaro ha ancora tanta voglia di vincere, nonostante abbia un’età in cui la maggior parte dei giocatori ha già detto addio, preferendo sedersi in panchina o fare l’opinionista tv. Ma questo non appartiene per il momento al campione casertano che vuole essere ancora protagonista. Tanti auguri Dino!


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