L’ultimo salto del Signore degli Anelli



Shack a rimbalzo

“Giancarlo ma chi mi hai preso? Un bandito?”, le parole di Gianfranco Maggiò, appena lo vide varcare per la prima volta la soglia di Pezza delle Noci, restano una gemma incastonata in una storia tanto affascinante quanto priva di regola. Charles Shackleford ci ha lasciati ad appena 50 anni. E’ stato trovato morto nella sua casa in North Carolina; una fine atroce per un talento immenso che, qui a Caserta, abbiamo avuto la fortuna di ammirare ed amare. Era la prima Juve del dopo Oscar, finì per essere la Juve dello scudetto: una Juve meravigliosa e spettacolare guidata da Franco Marcelletti in panchina, con sette casertani veri ed uno d’adozione come Sandro Dell’Agnello sul parquet, e due americani spaziali come Shack e Frank. Una Juve capace di incantare l’Italia dei canestri con un gioco efficace e spregiudicato, com’era questo colosso arrivato dagli States con la fama di bad boy. Era cresciuto alla corte del grandissimo Jim Valvano a NC State University, si era giocato male la carta NBA coi Nets, a Caserta trovò un angolo di paradiso.

Charles Shackleford al suo secondo anno a Caserta in maglia Onyx

Bersaglio preferito degli scherzi di Esposito e Gentile, Shack ci mise poco ad ambientarsi tanto da essere tra i primi a sparare petardi nello spogliatoio. Capelli afro, che poi furono copiati da Enzino e tantissimi ragazzini casertani, orecchino col ciondolo e catene al collo: Shack era un personaggio fuori dagli schemi. Chiuse la stagione con 20 punti e 16 rimbalzi di media: mostruoso. A Reggio Emilia, una volta, si presentò con due scarpe… dello stesso piede; fu costretto a scendere in campo con quelle da ginnastica. Quella sera realizzò 23 punti ed arpionò 19 rimbalzi… con le scarpe da ginnastica. Un personaggio strano Shack, ma troppo bello da vedere sul parquet. Ci regalò lo scudetto e torno in America. Lo rivedemmo nel 1994 e non era lo stesso anche per via di problemi alle ginocchia: fu massacrato da Rob Lock in quel drammatico Juvecaserta-Montecatini che spedì i bianconeri nell’inferno della serie A2. Giocò tanto e bene in Turchia (Ulker) e Grecia (Paok e Aris). Smise di calcare i parquet e cominciò il declino: due volte arrestato per possesso di droga e armi da fuoco. Aveva cercato di rilanciarsi nel mondo del basket come agente ma la vita non gli ha dato una seconda chance. E’ andato via a soli 50 anni. Per noi resterà sempre ‘Il Signore degli Anelli’: goodbye Shack resterai sempre quel fantastico gigante capace di volare al secondo piano del Palamaggiò e lanciare via la palla, dietro la schiena, prima ancora di scendere a terra.




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