Gladiator, il destino s’accanisce contro Leone: per il centrocampista terzo stop stagionale



Nicola Leone (foto SportCasertano.it)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Per usare un eufemismo, questa non è la stagione più fortunata per Nicola Leone. Domenica pomeriggio, al 14’ della sfida contro la Sarnese, il centrocampista ex Arzanese e Battipagliese ha subito un duro colpo al sopracciglio ed è stato costretto ad uscire anzitempo. Provvidenziale è stato il lavoro del medico sociale Salvatore Ruosi e del fisioterapista Gaetano Pugliese che hanno tamponato la ferita, in attesa poi di recarsi in ospedale dove gli sono stati apportati sette punti di sutura.

IL TERZO STOP. Ma questo non è il primo stop a cui è andato incontro quest’anno Leone. Titolare fisso all’inizio dell’anno per Luigi Squillante, il 27 settembre, al 52° della sfida contro il Gela, si fa male e viene sostituito da Dario Odierna. L’infortunio muscolare lo costringe a saltare le gare contro Rende, Madre Pietra Daunia in Coppa Italia, Palmese, Cavese in Coppa Italia, Sancataldese ed Aversa Normanna. Il suo rientro avviene esattamente il 27 ottobre contro la Sicula Leonzio e gioca regolarmente fino alle festività natalizie. Ed è nello stop invernale che l’influenza miete anche lui tra le vittime del team neroazzurro. Uno stato febbrile che lo mette knock out per diversi allenamenti e che obbliga Teore Grimaldi a farne a meno per la sfida di inizio anno contro il Sersale.



IL TURBANTE. Ed infine, l’infortunio di domenica contro la Sarnese che lo mette a serio rischio per la presenza nel big match di domenica a Barcellona Pozzo di Gotto contro la capolista Igea Virtus. Il forte mediano napoletano non ha alcuna intenzione di saltare la delicata sfida e di fatti lo staff medico neroazzurro sta studiano la miglior soluzione, una sorta di turbante, per proteggere la ferita ma ovviamente non coprirgli gli occhi. Per Nicola Leone potrebbe essere la presenza numero quindici in stagione, con una rete all’attivo contro il Pomigliano. E contro l’Igea Nicola vuole esserci, perché il suo cognome rappresenta perfettamente l’atteggiamento che lo spinge in campo. Una grinta che i tifosi sammaritani hanno imparato ad amare sia nella stagione 2012-2013 che ora.


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