L’ANALISI. Attacco con le polveri bagnate e reazione sterile nella ripresa. Il nuovo modulo non fa rinascere il Gladiator



Del Sorbo con le mani in testa (foto Michele Grassi)
Del Sorbo con le mani in testa (foto Michele Grassi)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Che fine ha fatto quella squadra che si è liberata con autorità di Sersale e Sarnese nelle prime due giornate di campionato? L’interrogativo è mosso dagli addetti ai lavori e dai tifosi che, rinvigoriti dalla partenza a razzo dei neroazzurri, si sono ritrovati a fare i conti con un solo punticino raccolto in tre partite. Punto raccolto per di più in trasferta, mentre in casa è arrivata una doppia debacle. Prima dell’allenamento che i neroazzurri iniziano oggi alle 14.30 al “Leggiero” di Casapulla, il tecnico Luigi Squillante analizzerà la partita, cercando di trovare le giuste risposte in coloro che sono scesi in campo.

LA CONCRETEZZA. Diversi sono i punti su cui l’ex allenatore di Battipagliese ed Herculaneum produrrà il massimo sforzo dal punto di vista comunicativo. In primis la concretezza, caratteristica che domenica non è appartenuta alla sua squadra, tanto che di tre palle nitide capitate nei primi venticinque minuti sui piedi di Del Sorbo, Brogna e Criniti (quest’ultima la più nitida) non è stato finalizzato alcunché. Il goal avrebbe aperto una nuova frontiera, obbligando la capolista Rende a sbilanciarsi per pervenire al pareggio. Ed avrebbe capitalizzato l’avvio positivo dei neroazzurri che nessuno ricorderà perché non ha sortito effetti.



RENDE SPIETATO. Purtroppo per la società di Raffaele D’Anna, non è andata così perché i rennitani hanno sofferto molto, davanti allo sfogo iniziale del Gladiator ma sono riusciti ad uscire indenni da venti minuti di fuoco. Poi, alla prima vera occasione, hanno trafitto Zeoli su un’azione partita da un calcio di punizione e, dopo neanche sei giri di lancette, hanno raddoppiato, sfruttando l’enorme spazio concesso sulla fascia sinistra ad Actis Goretta. Tra il 29° ed il 35° Gladiator colpito ed affondato.

REAZIONE STERILE. Eppure dal 35° fino al 95° i neroazzurri hanno avuto a disposizione ben sessanta minuti per riequilibrare la contesa ma la reazione è stata a dir poco sterile, a causa di un possesso palla lento e prevedibile che è stato registrato per bene dagli ospiti. Fatta eccezione per l’episodio da rivedere del dubbio fallo di mano di Crispino sul tiro di Criniti, l’attacco sammaritano non è riuscito a scalfire la retroguardia biancorossa fino al 77°, quando De Carolis aveva trovato il goal poi annullato. Tanti troppi minuti in cui il Gladiator ha trovato difficoltà a creare azioni da gioco invitanti per i propri attaccanti.

L’ASTINENZA. E’ vero che Antonio Libero Del Sorbo sta attraversando un momento delicato sotto porta, ma vanno dette due cose sul suo conto. Prima di tutto, non è stato servito con frequenza dai compagni di squadra che lo vedevano attorniato dai cani da guardia Marchio e Sanzone, tanto che il principale tiro della sua partita è arrivato al limite dell’area. In seconda battuta, ma questo lo si sa da tempo immemore, per il mantra squillantiano Del Sorbo compie enorme lavoro sporco e molte volte arriva con poca lucidità in area. E lui inizia a sentire quest’astinenza dal goal per cui si sta dannando, sin dalla partita stregata contro la Sarnese. Astinenza dal goal che riguarda il Gladiator, che non va segno da circa 274 minuti, dal sigillo messo a segno da Criniti al 6’ della partita con l’Igea Virtus.

IL MODULO. Ai neroazzurri non è bastato il recupero di Gismondo Gatta e di Flavio Marzullo, subentrato nella ripresa. La loro condizione è da migliorare, infatti contro il Rende si è notata la forma ridotta. Ma per Squillante è stato importante poter impiegare nuovamente due dei pezzi pregiati del mercato estivo. Infine, l’allenatore sarnese sperava che la scelta del 3-5-2, modulo che gli ha regalato il pareggio col Gela, fosse la mossa vincente ma non lo è stato. Quindi, ora bisogna capire se Squillante punterà definitivamente su quel modulo valorizzato da Walter Mazzarri oppure se tornerà ad affidarsi al suo classico 4-3-3, schema che ha adottato per tutta l’estate e che in passato gli ha regalato tante soddisfazioni.


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