Aversa riabbraccia la serie A, la gioia del patron Di Meo e di tutti i protagonisti: “Siamo stati davvero i più forti”



Mobilya Aversa vs Bcc Leverano (1)Nel post gara del match col Leverano, grande soddisfazione nelle parole del presidente Di Meo: «Dopo tre anni e soprattutto dopo la parentesi sfortunata dello scorso e di quest’anno era dura, soprattutto dal punto di vista psicologico. Nonostante tutto abbiamo fatto contro Leverano una partita stratosferica riuscendo a prenderci le soddisfazioni che, praticamente, valgono un’annata intera. Siamo stati più forti di tutto ed il merito di tutto questo è di un grande allenatore che non solo è un tecnico tra i primi ma anche un perfetto motivatore. Con lui si può fare un grande progetto ad Aversa perché andando in serie A non vogliamo fermarci. I meriti vanno anche al secondo di coach Bosco, Carlo Tornese, ma io penso che la spina dorsale sia quella del presidente, del tecnico, del direttore sportivo Alberico Vitullo e di Paolo Santulli che è stato come sempre importante ed è diventato il primo tifoso. Vogliamo crescere con la nostra città ed il nostro pubblico che hanno risposto alla grande anche domenica riempiendo il PalaJacazzi e dimostrando che ci sono tutte le premesse per fare qualcosa di bello. Questo successo che ci avvicina così alla serie A è dedicato a tutti coloro che hanno raggiunto questo traguardo, con ringraziamenti speciali ai giocatori, al coach, al direttore sportivo ed a tutto lo staff. La dedica più importante va a mia moglie, l’amore della mia vita, che mi sta dando tanto ed ai tre miei figli meravigliosi. Siamo una famiglia unita nel nome della pallavolo».

PAOLO SANTULLI, VICE PRESIDENTE: «Dovendo fare la serie A il prossimo anno avremo bisogno di un impianto adeguato sperando di poter giocare nella nostra città dove il PalaJacazzi è la sola struttura sportiva che attualmente è in funzione. Altrimenti avremo poche possibilità di giocare qui. Dopo questa doverosa polemica che ci fa rendere conto che dobbiamo guardare immediatamente e concretamente al futuro, voglio fare i complimenti ai ragazzi che sono stati fortissimi ed hanno suggellato un percorso fantastico. Siamo veramente contenti e preoccupati perché siamo responsabili e pensiamo a quanto dovremo fare per allestire una serie A che possa dare altrettanto ai nostri tifosi che meritano tantissimo. Anche domenica ci hanno sostenuti e sono stati tantissimi, in nessun palazzetto, neppure della massima serie, ci sono così tanti tifosi. Nel sangue degli aversani c’è ancora tanta pallavolo».



ALBERICO VITULLO, DIRETTORE SPORTIVO: «Sono un uomo fortunato perché lo scorso anno avevo scelto di restare fermo. Poi è venuto il presidente Di Meo a conoscermi direttamente ad Isernia restando d’accordo di iniziare il nostro rapporto in serie A2 e decidendo, poi, di anticipare i tempi. Quando son venuto ad Aversa ho detto in conferenza stampa che ero qui per vincere e ci sono riuscito. L’ho fatto io ma non avrei potuto senza il presidente ed il coach perché ognuno ha messo del suo per le proprie competenze. Ora ci aspetta un’altra partita importante a Catania. Mi dispiace solo che festeggeremo la matematica promozione lontani da questo pubblico che domenica sera davvero ha raccolto il nostro invito facendoci capire che tiene a noi ed allo sport. Sono felicissimo di aver riportato una regione come la Campania nella pallavolo che conta».

PASQUALE BOSCO, ALLENATORE: «Sto vivendo una gioia indescrivibile che voglio condividere innanzitutto con la mia compagna Francesca che da 12 anni mi è accanto e con la mia famiglia che mi è stata sempre accanto senza mai ostacolarmi. Voglio ringraziare il presidente ed il direttore sportivo che hanno creduto in me sperando di avergli dato quello che loro si aspettavano, sperando di aver reso orgoglioso anche il mio paese, Mendicino, che avrà un allenatore in serie A. Il mio pensiero va anche a quelle persone che dicevano che la squadra non era buona e che non saremmo durati due mesi. A loro non porto rancore e dico di venire a gioire con noi per il nostro risultato informandosi prima di parlare. Prima si raggiunge l’obiettivo e poi si parla».


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