Dell’Agnello: “A Caserta per fare bene anche da coach”



Coach Sandro Dell'Agnello
Coach Sandro Dell’Agnello

Il nuovo coach della JuveCaserta Sandro Dell’Agnello è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine settimanale di Radio PRIMARETE Caserta (95.00 Mhz F.M. oppure in streaming su www.radioprimarete.it) ed ha rilasciato la sua prima intervista ufficiale da capo allenatore dei bianconeri (alla stampa verrà presentato venerdì pomeriggio alle ore 16 al Palamaggiò).

Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di Caserta? “Innanzitutto sono molto contento perché la società ha mostrato stima nei miei confronti e idee chiare. Peraltro era stato già contattato due anni fa, ma avevo dato la parola a Pesaro e per me “parola data è cosa fatta”. Caserta, per me, è qualcosa di particolare per cui non era importante il fattore economico, né quello logistico. Vengo per fare le cose per bene e credo di avere l’entusiasmo giusto per affrontare un’avventura non facile. Se riusciremo a dimenticare la retrocessione, vivremo delle belle stagioni e ci divertiremo”.



Iavazzi ha detto che è stato colpito dalla tua motivazione…”Il presidente ha detto una cosa vera: sono molto motivato. Credo nella cultura del lavoro che mi ha consentito di diventare un buon giocatore. Voglio lavorare tanto e fare bene a Caserta anche come allenatore; qui la mia motivazione è doppia”

Avete già parlato delle questioni tecniche e organizzative (assistant coach, roster, ruolo di g.m. ecc…)? “No, sarò a Caserta giovedì e ci guarderemo in faccia ed insieme decideremo gli aspetti organizzativi e lo staff, anche perché non conosco ancora le situazioni contrattuali dei tesserati con la JC. Musso? Beh, certo l’ho portato in A1 dalle leghe minori, ma non so con chi è sotto contratto, anche se conoscendolo bene sarebbe un buon innesto per la nostra squadra. La differenza maggiore tra A e A2 è l’aspetto atletico, per cui dovremo allestire un formazione adeguata al campionato che affronteremo”.

Cercherai prima uomini e poi giocatori? “Ovviamente non si può prescindere dall’uomo, ma deve essere motivato e sposare il progetto. Io non ho paura delle cosiddette “teste calde”, ma dei giocatori scarsi e/o non motivati”.


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