Magia al Ca’ di Somenzi, un film già visto



dsc_4095Seconda trasferta in terra lombarda e prima vittoria esterna per la Juvecaserta. I bianconeri risalgono la corrente e sbancano Cremona dopo una partita decisamente fuori dai canoni della serenità. Prima all’inferno, poi in paradiso, i ragazzi di Dell’Agnello riprendono per i capelli una partita che sembrava chiusa all’intervallo. Lo fanno, prima di tutto, con l’attacco: sì perché appena si scaldano le mani, questa Juve è in grado di fare punti a raffica. Al momento Watt e soci sono il quarto attacco della Lega A con oltre 82 punti a serata. Un buon attacco, però, nasce da una buona difesa: una volta messa la museruola a Holloway, la musica è cambiata. Il calendario iniziale era preoccupante: si poteva tranquillamente essere 0-3, la Juve è 2-1 e si gode una classifica sensazionale. Ok, è solo la terza giornata ma…

GIA’ VISTO. Sono un nostalgico, odio chiamare gli stadi e i palazzetti coi nomi moderni: sono ancora alle tradizioni di un tempo che fu. E, allora, è giusto scrivere che la Juvecaserta fa un’altra magia al Ca’ de Somenzi, l’ex capannone per le fiere agricole, da anni teatro delle gesta prima di Soresina e poi di Cremona. Sprofondata nel baratro nel secondo periodo, sotto di 17 punti e… aspettate, io sto film l’ho già visto. Flash back: mezzogiorno di Sky, 21 marzo 2010, Cremona avanti di 17 e poi ko sotto i colpi di Ere e Dibo oltre alla stoppatona di Jones sul tiro finale di Rowland (mentre i tifosi bianconeri cantavano lo stesso coro per circa 20’ filati). Ah ecco, allora l’avevo già visto.



SOSTANZA E SORPRESA. La sostanza di Daniele Cinciarini è tutta in quella meravigliosa uscita dai blocchi, piedi verso il canestro e poi solo il dolce rumore del nylon. Cincia è partito con le marce alte e sta tirando con un disumano 80% da 3. Non terrà queste medie, è umanamente impossibile, ma è il termometro dell’attacco bianconero. La sorpresa è, logicamente, Putney: finora è salito agli onori della ribalta solo per gli errori ed un look alla Snoop Dog, dopo Cremona tutti hanno capito perché è stato preso. Unico a salvarsi nello sciagurato primo tempo, gioca una partita da circoletto rosso.

CERCASI SOSA. Son sincero: tre partite così, da Sosa, non le aspettavo. Non sta giocando sui suoi livelli e, fin qui, si è visto poco. Però non è un disastro come molti, colpevolmente, stanno facendo passare. Al debutto con Reggio mi piacque la sua voglia di giocare coi compagni, rinunciare ad un tiro pur di essere utile alla squadra. A Varese è naufragato con tutti, a Cremona non bene ma neanche una sciagura. Caserta ha quattro punti senza che la sua stella si sia illuminata. Figuriamoci quando giocherà da Sosa, perché giocherà da Sosa. C’è da scommetterci.

VERITA’. Da bimbo ho amato il basket perché avevo una venerazione per Oscar. Però ricordo nitidamente una notte di novembre del 1986. Io e mio padre davanti alla tv, in terza serata, per vedere il ritorno della sfida tra Milano e Aris Salonicco in Coppa Campioni. Nella bolgia ellenica, Galis e soci massacrarono le ‘scarpette rosse’ sotto 31 punti di scarto. Serviva un miracolo: Boselli e company chiusero il ritorno col punteggio finale di 83-49. Perché parlo di questa partita in concomitanza di una rimonta bianconera sicuramente meno storica? Perché il basket non è una scienza esatta e non è finita finchè non suona la sirena. Retorica? Sì, ma anche no. I love this game.


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