Richard Howell già entusiasta della Juve



Howell con Esposito e Atripaldi (Foto Buco juvecaserta.it)
Howell con Esposito e Atripaldi (Foto Buco juvecaserta.it)

«La prima impressione è stata quella di gruppo già molto unito e poi c’è già un livello di intensità molto per essere solo in pre-season». Sono state queste le prime parole dell’unico straniero mancante nel giorno della conferenza stampa di presentazione dei bianconeri di qualche giorno fa. Queste le parole di Richard Howell che ormai da qualche giorno è a disposizione dello staff tecnico bianconero in quel di Atina, dove ovviamente è stato l’oggetto delle attenzioni di tutta la stampa presente al media day in terra frusinate.

Cosa ti aspetti da questa stagione?



«Sono qui per fare quello che il coach mi chiederà di fare. Sono un agonista per natura, odio perdere e quindi la mia più grande aspettativa in questo momento è quella di iniziare a dare una mano a questa squadra per raggiungere il suo ed il nostro obiettivo. Sono un giocatore che crede nel duro lavoro in allenamento e sono convinto che questo darà grandi soddisfazioni a me e alla squadra».

Ti consideri più atipico o il classico numero ‘5’ undersized?

«E’ ovvio che considerando la mia altezza non posso considerarmi un ‘5’ vero. Ma come ho detto prima sono pronto a fare quello che il coach mi chiederà di fare, sono pronto a giocare dove il coach mi chiederà di giocare. Metterò la mia abilità a rimbalzo e gioco fisico in ambo le posizioni senza nessun problema. Ma so che il mio ruolo qui è quello di lottare e di giocare nell’area e sono pronto».

Sei il terzo prodotto di Nc State che sbarca a Caserta dopo Shackleford e Powell. Li conosci?

«A dire il vero non lo conosco personalmente, ma il suo nome all’Università è molto conosciuto e quindi so quella che stata la sua carriera. Lo stesso di Powell che però ho avuto modo di conoscere dal vivo e di parlargli nelle Filippine, prima che poi prendesse la strada per gli Houston Rockets e al quale ho chiesto qualcosa sia su Caserta che poi in generale sulla vita ‘overseas’ – oltreoceano – dal punto di vista del professionismo».

La tua prima impressione su coach Molin…

«Prima di arrivare qui in questi giorni, gli avevo solo parlato al telefono e devo dire che mi ha catturato sin dalla prima chiamata. Tutto questo è stato confermato dal primo momento che sono arrivato qui».

Cosa ti ha spinto ad accettare questa offerta…

«Come accennavo in precedenza la telefonata con coach Molin è stata fondamentale. Mi ha spiegato cosa questa squadra voleva fare in questo suo secondo anno e soprattutto cosa voleva per me e la sua idea di volermi utilizzare sia da ‘4’ che da ‘5’ e non solo da centro come mi era capitato in passato e questo mi hanno convinto».


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